Clamorosa rivelazione di Spalletti: “Non mi sono dimesso, sono stato esonerato”
In una conferenza stampa che ha lasciato tutti senza parole, Luciano Spalletti ha annunciato di non essersi dimesso dal ruolo di commissario tecnico della Nazionale italiana, bensì di essere stato sollevato dall’incarico. Un’affermazione destinata a far discutere.
Ecco le sue parole, riportate da OneFootball:
“Ieri sera ho trascorso diverso tempo col presidente Gravina, che mi ha comunicato la decisione di sollevarmi dall’incarico di CT della Nazionale. Io non avevo alcuna intenzione di mollare, volevo continuare a svolgere il mio lavoro.
Quando ho accettato, ero consapevole delle difficoltà. Dopo la gara con la Norvegia ho percepito comprensione; da parte vostra, giornalisti, meritavo forse anche critiche più dure.
Sono deluso dai risultati ottenuti, perché ho finito per creare problemi all’intero movimento calcistico con le mie prestazioni.
Ero convinto e lo sono ancora che saremmo andati ai Mondiali. Una sconfitta non può far perdere il controllo, né scalfire la fiducia nel proprio lavoro. I calciatori sono forti, e spero che già da domani sera lo dimostrino.
La partita contro la Moldova va giocata con dignità, per la maglia che indossiamo. Per il mio carattere, probabilmente ho smussato troppo: ho sempre cercato di abbracciare e comprendere molte situazioni.
Voglio chiudere con una bella vittoria. L’ho sempre detto ai ragazzi: secondo me sono le persone giuste per portare a termine questo percorso. A volte ci si illude di essere superiori agli altri, ed è un errore.
Mi aspetto una presa di coscienza, che continuino a dimostrare di essere gli uomini giusti. Mi renderebbe felice, perché significherebbe che le mie scelte non erano sbagliate, e che ho fatto davvero l’allenatore.
Siamo arrivati a queste ultime partite col fiato corto. Orsolini? Può fare l’ala destra, può adattarsi a diversi ruoli. Domani non cambierò quanto già detto, anche nelle partitelle in allenamento con chi ha giocato meno.
La mia visione è sempre stata allargata: 16 calciatori, non solo gli 11 titolari. La gara con la Moldova va indirizzata da noi. Da uomini, ci si assume la responsabilità: si gioca, anche se io non sarò più alla guida della squadra.
Club? Quando ho parlato con dirigenti che conosco bene, con cui c’è stima e amicizia, ho sempre ricevuto disponibilità e comprensione.
Non ricordo problemi particolari. Sono sempre stato un uomo di club e ho cercato di non arrecare danni. La scelta di rimandare indietro ogni giocatore al minimo dubbio fisico è nata proprio per incentivare la collaborazione.”