Dopo cinque mesi dall’insediamento di Ruben Amorim sulla panchina di Old Trafford, la situazione in casa United non sembra essersi evoluta.
Con la sconfitta di ieri, i Red Devils sono ufficialmente fuori anche dalla FA Cup.
Per la gloriosa compagine di Manchester, ora non resta che superare l’impegno europeo.
Il campionato è più che compromesso, i risultati altalenanti, hanno portato la squadra ad essere addirittura 14ª in classifica.
Da quando l’ex Sporting è alla guida del club, la percentuale di vittorie è del 41,6%.
La media gol è di 1,33 a partita, invece quella delle reti subite è di 1,17.
Dati preoccupanti, anche considerando le spese onerose fatte nel reparto offensivo(pensiamo a Hojlund arrivato nel 2023 e Zirkzee quest’estate).
Per quanto riguarda la retroguardia, nonostante il buon impatto di De Ligt, la difesa tende a subire ancora troppo le iniziative avversarie.
La tenuta mentale è poi un fattore da tenere in considerazione.
Troppo spesso anche calciatori chiave(come Bruno Fernandes), hanno perso la testa, mostrando che il vero problema non risiede in campo, ma dietro le quinte.
La situazione societaria è alquanto critica, per il tecnico lusitano, non è stato possibile fare nessun innesto a parte Dorgu.
Se non dovesse arrivare una qualificazione in Europa, parecchi potrebbero salutare, anche a prezzi ridotti.
Ad oggi il Manchester United è un club senza una programmazione chiara, con evidenti difetti interni, capaci di trascinarsi anche in campo e influire sulle prestazioni degli atleti.
La cura Amorim darà i suoi effetti solo quando l’ambiente non sarà più dannoso, permettendo finalmente la possibilità di costruire un progetto a lungo termine, sposando le richieste del portoghese.
Fino a quel momento, i 20 volte campioni d’Inghilterra non torneranno mai ai vecchi fasti, continuando ad essere una polveriera, ma soprattutto un cimitero di giocatori e allenatori.
A cura di: Salvatore Esposito