Jurgen Klismann, ospite a TMW Radio e Storie di Calcio, ha percorso la sua gloriosa carriera, dagli inizi in patria con lo Stoccarda, alla parentesi gloriosa in nerazzurro, fino a parlare di di Diego Armando Maradona e della sua Mannschaft.
Di seguito ecco le parole dell’attaccante teutonico:
“Il momento più importante della mia vita è stato il trasferimento dallo Stoccarda all’Inter”. Venendo da un altro Paese, con un’altra cultura, a Milano ho dovuto imparare un altro modo di vivere e di prendere le persone come sono. Ho dovuto capire la cultura italiana, un modo nuovo di pensare. E’ stato il passo più importante della mia vita. Poi sono andato al Monaco con Wenger, poi in Premier e poi di nuovo in Germania. E sono finito più avanti in America. Ma il passo dalla Germania all’Italia è stato il momento più importante della mia vita”.
Su Maradona:
“La finale di Italia ’90 contro la sua Argentina? Il fallo su Rudi Voeller si può discutere, ma ce n’era uno prima (ride, ndr). Per me è stato più di un giocatore, un artista. Giocammo contro all’Inter, ma anche quando ero allo Stoccarda. E’ stato un fenomeno, ma anche un bravo ragazzo. Era una persona perbene che voleva fare una vita normale ma non ha potuto farla perché era Maradona. E per quello poi ha preso la strada sbagliata. Ma per me era un ragazzo d’oro, l’ho incontrato dopo in giro per il mondo e gli ho voluto tanto bene”.
La nazionale tedesca più forte di sempre:
“La Nazionale del ’54, così mi disse mio padre, perché trascinò il Paese dopo la catastrofe della guerra. Poi per me la più forte fu quella del ’74 con Beckenbauer, non c’è paragone”.