Antonio Cabrini, storica bandiera della Juventus e campione del mondo con la nazionale italiana nel 1982, è stato intervistato dal “Corriere della Sera”, sul recente esonero di Luciano Spalletti.
L’ex calciatore, ha spezzato una lancia a favore dell’ex CT azzurro, sottolineando che il problema dell’Italia non sia il commissario tecnico, ma abbia radici più profonde.
Di seguito ecco le dichiarazioni di Cabrini:
Sulla scelta di Claudio Ranieri(attualmente in pole per prendere il posto di Spalletti):
“Più che altro mi ha stupito la modalità con cui è maturata questa scelta. Non è mica solo colpa di Spalletti. Direi che la responsabilità di questi risultati scadenti è di molte persone ancora ancorate a una vecchia mentalità”.
Sul problema:
“Certamente è a monte. Se è corretto il modo di pensare per cui un allenatore non incide per una percentuale superiore al 25%, dove ricerchiamo gli altri colpevoli? Tutto il sistema deve essere cambiato. Stiamo parlando pur sempre di un tecnico che due anni fa ha vinto uno scudetto”.
Sulla disfatta di Oslo:
“Non mi sembra corretto gettare la croce addosso a un gruppo. La sconfitta con la Norvegia non è un caso isolato come qualcuno vuol far passare. Mi pare che i problemi del calcio italiano partano da lontano, non da venerdì. Ci sono bambini di dieci anni che non hanno mai visto l’Italia al Mondiale. Cercherei altrove le cause della crisi”.
Sulle pesanti pressioni che avrà il successore di Spalletti:
“Gli consiglio di farsi il segno della croce. Sarebbe clamoroso se fallissimo per la terza volta la qualificazione al Mondiale. Poveri bambini, meno male che si consolano con il tennis”.
A cura di: Salvatore Esposito