Carlo Ancelotti non teme le nuove sfide e ne ha dato prova scegliendo di allenare il Brasile proprio quando la sua esperienza al Real Madrid stava attraversando un momento difficile. Questa decisione, presa con tempismo perfetto, ha radici che risalgono a molto tempo prima di quanto si potesse immaginare.
“Ho sempre detto la verità. La mia priorità è sempre stata il Real Madrid. Il club mi aveva offerto il rinnovo del contratto e non ho avuto esitazioni. Ho sempre detto che sarei rimasto al Real Madrid il più a lungo possibile – ha spiegato Ancelotti ai microfoni di Marca . “I risultati non sono stati quelli attesi. Anche il gioco della squadra non è stato buono ed era giunto il momento di fare qualcosa. Dopo la partita contro l’Arsenal ne abbiamo parlato e abbiamo deciso. La squadra non stava andando bene ed è stato allora che abbiamo capito tutti che era meglio che io guardassi al Brasile”.
Il tecnico italiano ha preso questa decisione anche grazie a un forte legame emotivo, dato che Ancelotti ha un rapporto stretto con i calciatori brasiliani che risale ai tempi del Milan, quando Kakà, Cafù e Dida erano i leader della “colonia carioca”, e successivamente si sono aggiunti altri grandi giocatori come Ronaldo, Ronaldinho e Pato: “È un calcio diverso ed è proprio quello che dobbiamo cercare di fare. Il mio Brasile giocherà come il Real Madrid, ma non come il Real Madrid di quest’anno, bensì come il Real Madrid dell’anno scorso. Questo è ciò che voglio – ha sottolineato Ancelotti -. Il Brasile è la squadra migliore del mondo. Non lo dico io, lo dicono le cinque stelle sulla sua maglietta. Adesso la mia sfida è arrivare alla sesta”.
L’obiettivo del Mondiale 2026 è ben presente, ma già si avverte una certa nostalgia per Madrid, come dimostrato dalle parole del tecnico reggiano che ha confessato il suo amore per il Real: “Ci rivedremo. Non lasci mai veramente il Real Madrid. La città mi ha trattato meravigliosamente, il rispetto che ho sentito ogni giorno è stato speciale. Non c’è niente come il Real Madrid. Anche Milano per me è stata molto speciale. Penso che ciò che ho vissuto nel Real Madrid sia impossibile da sperimentare in qualsiasi altra squadra. Le tre finali, quelle partite, l’atmosfera al Bernabéu… tutto – ha concluso Ancelotti -. Davide? Non aveva senso che lui venisse per queste due partite mentre stava negoziando con una squadra. Sa che le porte sono aperte e che può unirsi al progetto in qualsiasi momento. Va bene se ha voglia di proseguire la sua carriera da solo, ma il Brasile lo aspetta quando riterrà che sia il momento giusto”.