Alberto Aquilani, ex calciatore giallorosso, è all’inizio del suo percorso in panchina. L’ex Pisa e Fiorentina primavera, ha parlato a Cronache di Spogliatoio del suo credo calcistico, di Luciano Spalletti e della sua magnifica Rabona.
Di seguito ecco tutte le sue parole :
Sulla sua idea di calcio:
“Mi piace un calcio propositivo, non speculativo. Secondo me con un’identità di gioco, con un’idea e un credo condiviso, che deve essere un legame forte tra allenatore, staff e calciatori, si hanno più vantaggi, che possono essere quelli di avere la palla più degli altri, difendersi 30 metri più avanti rispetto a 30 metri più indietro. Poi è ovvio, a secondo delle partite e dei giocatori che hai a disposizione tutto questo è variabile. Conta il tempo della gara, il momento della stagione…”
Su Spalletti:
“Era geniale, c’è stata un’evoluzione calcistica importante, portò questo modo di giocare inusuale e quella Roma giocava benissimo a calcio, a memoria. Eravamo una squadra forte, c’era Totti davanti e ci divertivamo. A volte ho fatto delle sue esercitazioni e dicevo ai ragazzi come ci divertivamo a fare cose anche noiose perché ci trasmetteva quella voglia, quella passione, quei principi. La palla andava a duemila all’ora, era un calcio fatto bene. Mi porto dietro tante cose, per me è uno dei più bravi, ma è un personaggio particolare. È molto simpatico e nell’essere molto professionale e anche un po’ pazzoide. Mi suono alla porta all’una di notte perché era a cena dal suo collaboratore che abitava nello stesso palazzo mio. Era venuto solo a controllare, chiedendomi cosa stessi facendo. Gli ho detto che ero a dormire ed è andato via“
Sulla sua fantastica rabona:
“Come mi è venuta non lo so perché è stato un gesto istintivo, se mi fossi preparato magari mi prendevo le ginocchia, è venuto naturale. Per me era più semplice darla così che di sinistro, fu importante per la mia carriera perché ero molto giovane e non vincevamo da tanto a Milano. Me la ricordano ancora a Roma”