Honest Ahanor, un giovane calciatore del Genoa classe 2008, ha raccontato la sua storia sulle colonne de Il Secolo XIX. Il ragazzo, cresciuto nel settore giovanile del Grifone, è stato protagonista di un episodio importante nella partita contro il Napoli, quando il suo tocco sul prato dello stadio “Maradona” ha propiziato l’autorete di Alex Meret, contribuendo al pareggio 2-2 fra le due squadre.
“Lo so, a livello di regolamento è giusto che sia stata data l’autorete. Ma lo sento mio. Sono emozioni difficili da descrivere con le parole. Dico solo che sono riuscito a realizzare un altro dei piccoli sogni che avevo nel cassetto: realizzare un gol con la maglia che amo e amerò sempre e questo mi manda al settimo cielo. È la mia casa, la mia famiglia, il mio punto d’appoggio. È qualcosa che so ci sarà sempre, anche nei momenti di difficoltà”.
Sull’esordio con Gilardino, poi, ha detto: “A mister Gilardino sarò sempre grato. Ora c’è Vieira, che trasmette grande tranquillità, non fa sentire la pressione. È un esempio e un punto di riferimento”.
Sulla possibilità di scegliere la maglia della Nazionale italiana: “La mia famiglia è nigeriana, ho grande rispetto per la Nigeria, ma io mi sento italiano. E genovese. Merito della famiglia Piccardo, che mi ha ospitato in questi mesi. Parlano in genovese e io mi adeguo”.