Leonardo Spinazzola è stato protagonista dell’ultima puntata di Drive&Talk, il format della SSC Napoli che accompagna i calciatori azzurri nel tragitto da casa al centro sportivo di Castel Volturno. Durante il viaggio, l’esterno azzurro si è aperto su diversi aspetti della sua quotidianità, del rapporto con Napoli e delle difficoltà affrontate dopo l’infortunio all’Europeo.
“La mia routine è molto semplice”, racconta Spinazzola. “Mi sveglio alle sette, preparo i bambini per la scuola, li accompagno e, se l’allenamento è di mattina, vado direttamente al centro sportivo con due ore d’anticipo. Resto lì fino alle tre, poi vado a riprenderli. La mia giornata ruota completamente attorno ai bambini e al calcio”.
Parlando della città, non nasconde il suo entusiasmo: “Napoli è meravigliosa. Ogni giorno di più. Ogni volta che percorro queste strade, attraverso queste curve, mi innamoro ancora. Anche dopo una giornata stressante, torno a casa, vedo mia moglie, i bambini, apro la finestra… e tutto passa. È semplicemente bellissimo”.
Impossibile non toccare il tema dell’infortunio subito durante l’Europeo: “All’inizio ero motivato, per tre mesi ho retto bene. Poi è arrivato il buio, la vera depressione. Mia moglie è stata fondamentale, così come gli amici e la mia città, Foligno, dove ho sentito il bisogno di tornare spesso. Sono testardo: mi ero detto che in quattro mesi sarei tornato, ma dopo quel periodo ho vissuto momenti davvero duri. Andavo al campo, ma non ero me stesso. Alcuni giorni ero allegro, altri mi chiudevo totalmente. Mi ero messo in una sorta di protezione”.
Spinazzola ha anche sottolineato l’importanza del supporto psicologico: “Con il preparatore, il medico, e poi con le mie psicologhe, ho avuto dei colloqui fondamentali. Anche dopo il ritorno in campo ho continuato a lavorare sulla mia mente. Non c’è nessuna vergogna a parlarne: mi hanno aiutato tantissimo”.
Sul ritorno al calcio giocato, però, non ha mai avuto timori: “Non ho mai avuto paura. Dopo l’infortunio al crociato, in quattro mesi e venti giorni ero già in campo con la Primavera. Anche dopo quello al tendine, nessuna esitazione. E al ritorno, abbiamo vinto subito la Conference League. Da lì ho capito che poteva essere l’inizio di una stagione importante. E così è stato: ho giocato più partite dopo l’infortunio che negli anni precedenti”.
Infine, un aneddoto sul suo arrivo al Napoli: “Appena ho sentito in TV che Conte avrebbe firmato per il Napoli, ho detto subito: ‘Vado lì’. Non c’è stata nemmeno una telefonata, io lo sapevo. Conosco il mister, sapevo che avremmo potuto fare grandi cose. La squadra era già forte, con lui lo sarà ancora di più”.