Reduce dalla vittoria roboante contro la Lazio, il tecnico dei felsinei, Vincenzo italiano, ha parlato, ai microfoni della Gazzetta dello Sport, della stagione del suo Bologna.
Di seguito le dichiarazioni:
“Il quinto gol alla Lazio? È stata la sintesi di un gruppo che rema tutto dalla stessa parte. Che è tutto coinvolto, in un’azione portata avanti da tre giocatori nuovi su quattro. Di un gruppo che, chi gioca e chi no, è unito, ed è un segnale molto, molto bello per cercare in questo finale di stagione di avere molte più chance perché abbiamo una serie di partite una più tosta dell’altra, dal campionato alla semifinale di Coppa Italia”.
La scelta Bologna
“Tutti pensavano che sarebbe stata una ‘Missione Impossibile’: ecco, proprio questo c’era scritto sui messaggi che ricevevo. Questa era la panca più bollente dell’universo. Che cosa rispondevo? Dopo aver parlato con tutti i componenti della società mi sono tranquillizzato. Sapevo delle eventuali difficoltà, come è realmente successo, ma scortato da compagni di viaggio che potevano darmi una grossa mano per non fare troppi… danni”.
Il finale di stagione
“Il calcio è come un albero di arance. Seminare è più semplice che raccogliere e la raccolta si traduce in obiettivi: Coppa Italia, semifinale e magari finale; e in campionato cercando di puntare al massimo. A seminare ci abbiamo messo un secondo, ma per vedere i frutti dipende dal clima, dall’acqua, dagli insetti, dal sole, dalle piogge. Ora la parola chiave sarà umiltà”.
Il rinnovo contrattuale
“Con onestà devo dire che non si è ancora discusso di niente. Ma… c’è tutta la mia disponibilità”.
La crescita dei giocatori
“Io devo parlare di crescita di squadra. Una crescita che porta Orsolini in doppia cifra per il terzo anno, Ndoye ha lavorato tutti i giorni per arrivare a fare 7 gol, ma anche i giovani: Castro, Dominguez, Fabbian, ragazzi con qualità e carattere. Crescere vuol dire essere stimati dal gruppo. Sono stati bravi loro: c’è il lavoro dell’allenatore, ma anche la loro disponibilità”.