Da quando è arrivato sulla panchina del Milan, Sergio Conceição ha vinto due partite su due, che sono valse la vittoria della Supercoppa italiana. Un risultato che nessuno si aspettava, a partire dalla società stessa. L’esonero di Fonseca era stato solo l’ultimo dei tanti segni di indecisione che la dirigenza rossonera aveva mostrato in questa stagione.
La scelta di chiamare il tecnico portoghese potrebbe essere stata, dunque, la chiave per ribaltare una stagione a dir poco deludente. Ottavo posto in classifica e solo 27 punti per un Milan, che, nelle scorse stagioni, ci aveva abituato a tutt’altro.
Sergio Conceição aveva allenato il Porto a partire dal 2017 e aveva conquistato con esso 11 trofei, dimostrando la sua forza e il suo ‘fare calcio’, se pur in un campionato ‘minore’ come quello portoghese. Sono state tante le squadre che, in questi anni, si sono interessate a lui e che hanno provato a portarlo sulla propria panchina, senza però mai riuscirlo a strappare al suo tanto amato Porto. Il 4 giugno scorso però, qualcosa si ruppe nel meccanismo del club portoghese, e Conceição decise di risolvere il contratto (da poco rinnovato) e andare via dopo sei mitiche stagioni.
Durante l’estate, nessuna squadra si interessò concretamente all’allenatore di Coimbra e così, un big come lui, era rimasto senza squadra da allenare per la nuova stagione 2024/25. Cosi’, Paolo Scaroni (presidente A.C. Milan), coglie l’occasione e durante le feste natalizie lo chiama a sostituire Fonseca, per risollevare l’umore della squadra e portare il team di Milano dove merita di stare.
Così, il 30 dicembre 2024 ritorna in Italia, per la prima volta da allenatore, subentrando al connazionale Paulo Fonseca. Con la società rossonera sottoscrive un contratto della durata di un anno e mezzo e dichiara subito che non c’è tempo da perdere, ci si doveva mettere a lavoro. Nel mirino, subito una prima sfida importante, quella contro la Juventus nella semifinale di Supercoppa. Il tecnico ha avuto solo tre giorni per preparare questo match, ma nonostante questo è riuscito a vincere, in rimonta, per 1-2. Una prestazione di carattere e di forza quella esibita dal Milan la sera del 3 gennaio. Una vittoria, che a soli 20 minuti dalla fine, sembrava inpronosticabile. Insomma, ciò che era emerso dopo questa semifinale era “Il Milan non molla finché l’arbitro non fischia”.
Superato il primo step, adesso al Milan di Conceição toccava affrontare la rivale eterna: l’Inter. Una delle squadre più forti d’Italia e probabilmente d’Europa. Ricordiamo che Fonseca era riuscito a vincerlo derby, in un lontano settembre, sempre in rimonta, sempre in modo impronosticabile. Adesso si trattava però, di una partita secca: tutto poteva succedere e il Milan non poteva di certo farsi scoraggiare dalla grandezza del nemico.
6 Gennaio 2025, Ryad.
Conceição con la sua squadra, è pronta a scendere in campo per la prima vera grande prova della stagione. Di fronte un Inter più che favorita, grazie al suo gioco e specialmente grazie alla scarsa qualità mostrata dallo stesso Milan nella semifinale precedente. La partita inizia e mostra un primo tempo più che equilibrato. Poche le azioni importanti, sia da una parte che dall’altra, con le due squadre hanno continuato a studiarsi per tutti i 45′. Allo scadere del primo tempo, però, arriva la beffa per la squadra di Maignan e compagni: Lautaro fa 1-0 e l’Inter chiude il primo tempo in vantaggio. Chissà, se ora, come successo contro la Juventus, Conceição riuscirà a raddrizzare i suoi con uno dei suoi discorsi duri ma incisivi, capaci di svegliare i giocatori in campo.
Riprende il match e tempo nemmeno due minuti, che Taremi raddoppia per i neroazzurri. Debacle clamorosa della difesa del Milan, con un goal che, subito in questo momento del match, potrebbe spegnere definitivamente le speranze di gloria. Conceição capisce il momento e non esita a far entrare Rafa Leao. Il portoghese, assente da ben tre partite, è chiamato a dare una scossa a tutti i suoi compagni ed a riaccendere la partita. Nemmeno 2′ dalla sua entrata in campo e Theo Hernandéz accorcia le distanze con una punizione, 2-1. Anche il terzino francese, sotto la guida di Fonseca, aveva perso lucidità e ormai stentava a raggiungere la sufficienza nelle partite che disputava. Una gioia quindi, che va al di là del semplice goal segnato per il giocatore con la numero 19.
Match riaperto e che si infiamma all’improvviso. Il Milan le prova tutte per pareggiare, ma la squadra di Inzaghi non rinuncia di certo ad attaccare e spreca almeno due grandi occasioni. Passano i minuti e quando il cronometro segna 79′, accade l’impensabile: palla in mezzo di Theo, Pulisic riceve, anticipa Bastoni e con il suo mancino la mette in rete. A dieci minuti dalla fine, il Milan di Conceição l’ha ripresa, come contro la Juve, contro ogni pronostico. Una squadra che non muore mai e che ora deve reggere per un altro pò di tempo se vuole andare ai rigori e sperare in un’impresa clamorosa.
I giocatori di Inzaghi sono esausti, mentalmente e fisicamente; è una batosta incredibile quella appena ricevuta, che nemmeno loro pensavano di poter prendere. Scorrono gli ultimi minuti sul cronometro e si arriva ai 5′ di recupero concessi dall’arbitro Sozza. Passa il primo, passa il secondo… arriva il terzo: Pulisic vede Leao inserirsi dentro l’area e lo serve con un passaggio favoloso; il portoghese alza la testa, vede Abraham al centro dell’area, glie la passa e il resto è storia.
Il Milan vincerà questa Supercoppa italiana con il risultato di 2-3 contro i nemici storici, contro l’altra metà di Milano, contro l’Inter. La squadra di Inzaghi probabilmente già pensava ai rigoristi da schierare e mai avrebbe pensato a un esito simile. Un derby unico quello a cui abbiamo assistito quella sera, unico grazie alla squadra di Sergio Conceição. Arrivato 7 giorni prima per provare a far riemergere il Milan dalle zone basse della classifica, il tecnico portoghese è stato capace di portare a casa l’ottava Supercoppa della storia del Milan.
Appena rientrati negli spogliatoi ecco la festa: musica, danza e sigaro per l’uomo-simbolo di questa coppa. Quel sigaro che è tanto amato dall’uomo di Coimbra e che egli fuma ogni qual volta vince un trofeo. Con lui alla guida del Milan, anche solo dopo due partite, sembra essere cambiata la storia. Più grinta, più voglia, più tenacia, tutti valori che sembravano essere scomparsi.
Nel post partita, ha parlato così ai microfoni di Mediaset : “Cose di spogliatoio rimangono lì”. Questa la risposta alla domanda “Cosa hai detto ai tuoi giocatori durante l’intervallo”. Beh Sergio, lo vorremmo sapere tutti, perché quel discorso ha cambiato la storia non di una, ma di ben due partite e ha portato il Milan più in alto che mai. Un discorso che potrebbe cambiare l’intera stagione del Milan.
E chissà se questo risultato sarà un caso o se il Milan si riprenderà tutto ciò che ha lasciato per strada durante il girone d’andata. La zona Champions dista ben 8 punti e Conceição deve iniziare sin da subito a vincere e a convincere la stessa sua squadra che nulla è impossibile. Inoltre, c’è anche un cammino da proseguire nella “Coppa dalle Grandi Orecchie”. Non dimentichiamo inoltre, anche il quarto di finale di Coppa Italia contro la Roma, altro obiettivo in casa Milan.
Sabato sera i rossoneri scenderanno in campo a Cagliari, in un match che solo due settimane fa sarebbe apparso come insidioso o addirittura a rischio. Con Conceição ciò non è contemplato. Vedremo se la vittoria in terra saudita se avrà riportato l’ordine all’interno della rosa o se ci saranno ancora i fantasmi di Fonseca da scacciare.
Insomma, nessuno può sapere se il trofeo vinto sia stato solo un caso o sia l’inizio di un ciclo, ma tutti sappiamo che Conceição non è venuto qui da traghettatore. L’obiettivo è uno: che si vinca o si perda, si deve aver dato il massimo in campo.